1. Would you briefly explain the field and scope of your
research?
My overriding research objrctive has been to advance the
theory and practice of a new field, ecotechnics. This means an approach which
works to restore and enrich local ecosystems using appropriate technology. The
goals are top line increase in biodiversity and biomass and bottom-line to
achieve viable, sustainable economics. My research and practical work has
included resoration of an overgrazed semi-arid temperatre grassland, developing
methods for fruit and vegetable production in these conditions; doing pastoral
regeneration of an overgrazed tropical savannah area of northwest Australia;
developing ecoloical methods of human wastewater treatment and reuse using
“Wastewater Gardens” (a high biodiversity type of constructed wetlands) and
research in cloed ecological systems in the Biosphere 2 project and using the
Laboratory Biosphere.
2. Do you reckon that - considering the current
environmental crisis - it would be good to increase the research efforts on a
deeper synergy between human and natural environments?
My personal goal and the goal of the Institute of
Ecotechnics has been helping chnage the perspective we humans have toward our
biosphere – understanding that we are supported by it and are integral to its
dynamics. The very formulation of “environment” is misleading and reinforces
the illusion that many people have that we are not an integral, metabolic part
of eocsystems and our global ecology.
3. Would you agree on the following statement: the great
challenge on climate change must be addressed on a global scale, overcoming national
borders and working on all ecosystems and most impacted areas together?
Yes absolutely which comes with a caveat: local actions at
the regional, state, county, city, community level are also vital. Both are
necessary because the challenge is not just climate change, but a human change
to become more receptive to nature’s needs, and to rethink and redesign a great
deal of the world as we currently know it.
4. Do you think the worsening climate conditions are putting
the national food and agricultural supply chains at risk? If yes, would you
agree that a revolution in the agriculture processes is necessary, with the use
of new technologies, like the vertical farms?
Yes, food crops are very sensitive to changes of climate
including temperature ranges, water availability from groundwater and rainfall.
A revolution is already growing – to change our food mindset from mining the
soil, using vast quantities of chemical fertilizers and pesticides/herbicides,
to the outlook of regenerative agriculture, starting with making farm and
rangeland soils healthy. Just as there are plenty of downsides to
industrial-type food systems (far more energy expended than is produced in the
food; pollution of air and waters, degradation of soils etc), so does
regenerative farming have multiple better outcomes, including healthier food
and a focus on sustainability. Vertical farms are fine but I doubt we will
replace soil-based agriculture to feed the world’s population, so methods to
make such farming more economically viable through reduced use of expensive
machinery and inputs, methods to dramatically reduce water consumption, less
use of long-distance transport of food around the world, strengthening regional
and local food hubs etc are vital. The latter also reduces greenhouse emissions.
5. May I ask you a brief comment on my project, if you had
time to check it out? Would you think it could be useful to address some of the
new climate challenges in a meaningful way? Do you have any suggestions to
improve it?
I have difficulty reading your projects materials as they
are mostly in Italian. The green dome
nvisioned could be an excellent testbed for ecological, agricultural
experiments and even to test whether new chemicals and technologies can be
safely integrated with localized ecosystems and our hydrosphere and atmosphere.
Mi chiamo Anna Ricoy. Sono
ingegnere agronomo. Sono specialista in preparazione e risposta ai rischi e emergenze che impattano il settore agricola e
la sicurezza alimentaria. Lavoro alla FAO.
2. Reputa necessario, nell’attuale situazione ambientale,
incrementare la ricerca per favorire una maggiore sinergia tra l’ambiente umano
e quello naturale?
L'agricoltura dà un contributo rilevante alla sicurezza alimentare, ma, per
sostenerla, è necessaria una profonda trasformazione ambientale e climatica.
Ciò si ottiene riducendo l'impronta ambientale dell'agricoltura, integrandosi
con gli ecosistemi, utilizzando le risorse in modo efficiente e aumentando la
resilienza dei nostri Sono obiettivi possibili se accompagnati da adeguati
quadri istituzionali e giuridici e da maggiori investimenti nella scienza,
nella tecnologia e nell'innovazione per l'alimentazione, l'agricoltura, la
silvicoltura, la pesca nelle acque interne e l'acquacoltura. Se questo sforzo
viene realizzato, può cambiare il modo in cui produciamo, commerciamo e
consumiamo e può diventare un motore di "crescita verde", nuovi posti
di lavoro e opportunità per l'imprenditorialità e l'inclusione sociale rurale.
Tuttavia, è imperativo garantire che la penetrazione tecnologica possa
essere sfruttata anche dai piccoli produttori, senza generare ulteriori
disuguaglianze, in un contesto globale in cui la disuguaglianza è già uno dei
principali ostacoli allo sviluppo sostenibile.
3. Concorda che la grande sfida sul cambiamento climatico
sia da affrontare a livello planetario superando i confini delle singole
nazioni e lavorando su tutti gli ecosistemi e gli impatti in maniera unitaria?
Concordo, e vorrei aggiungere confini delle
singole nazioni e dei singoli settori. Sappiamo che i problemi
ambientali e climatici non possono essere risolti solo dal settore ambientale.
La popolazione rurale e il settore agricolo sono fortemente colpiti da questi
problemi e in alcuni casi vi contribuiscono. L'ambiente e l'agricoltura sono
inseparabili nella pratica: l'agricoltura è, infatti, una forma di utilizzo
delle risorse naturali; e la protezione dell'ambiente fornisce all'agricoltura
i servizi ecosistemici necessari per la produzione, come la biodiversità, la
disponibilità di acqua e la qualità del suolo, tra molti altri.
Un altro punto critico è che dobbiamo
lavorare insieme – dai governi nazionali, alle organizzazioni locali, dalle
agenzie delle Nazioni Unite e dalle ONG al settore privato – per trasformare
radicalmente i nostri
E dobbiamo farlo attraverso approcci e
interventi multisettoriali - interdisciplinarità e pensiero intersettoriale:
politiche complementari per l'ambiente, la salute, i trasporti e i sistemi
energetici
4. Le crescenti criticità climatiche, secondo lei, stanno
mettendo a rischio le filiere agroalimentari delle varie nazioni? E se si,
Reputa sia necessario un ripensamento del processo agricolo con l’utilizzo di nuove tecnologie quali il vertical
farming?
I sistemi
alimentari contribuiscono e sono influenzati dagli impatti dei cambiamenti
climatici, del degrado degli ecosistemi e della perdita di biodiversità.
Rispondere a queste sfide richiede un approccio basato su sistemi
agroalimentari che producano più cibo con maggiori benefici socio-economici e
un minore impatto sull'ambiente. Le tecnologie innovative hanno
indubbiamente un ruolo molto importante da svolgere.
L'innovazione
può essere non digitale (legata alla biotecnologia, alla genomica, alla
bioingegneria, alle energie rinnovabili) o digitale (correlata a tecnologie
altamente interconnesse e ad alta intensità di dati). In
quest'ultimo ambito dell'innovazione digitale, vale la pena sottolineare le
potenzialità dell'agricoltura di precisione (immagini satellitari, droni, IOT,
cloud, big data, AI, tecnologie basate su GPS... a livello di azienda
agricola), tecnologie geospaziali e di telerilevamento (robotica per
catastrofi, reti di sensori wireless, tecnologia dell'informazione
geospaziale), le Fintech (servizi finanziari digitali), l’ E-commerce
(piattaforme digitali che collegano il business agricolo con il mercato degli
acquirenti) e il Blockchain (libro mastro digitale a basso costo,
decentralizzato e sicuro).
5. Se ha avuto la possibilità di vedere il mio progetto, le
posso chiedere un commento al riguardo? Ritiene che sia un progetto utile, nelle sue parti, a rispondere alle
nuove sfide ambientali? Ha qualche suggerimento da pormi?
Nel progetto mi è piaciuto molto il
riferimento alla sinergia tra agricoltura e ecosistema naturale. In questa
relazione è di fatto importante analizzare l’impatto dei cambiamenti climatici negli
habitat e le filiere agroalimentare ma è ugualmente centrale prendere in conto
che l’agricoltura e le filiere agroalimentare possono essere una fonte di
soluzioni alle sfide ambientali e climatiche.
L'agricoltura, l'alimentazione, le aree rurali e gli
ecosistemi terrestri e marini offrono uno spazio insostituibile per lo sviluppo
di soluzioni che consentano una ripresa con trasformazione climatica e
ambientale, equa, inclusiva e biodiversa, con politiche pubbliche che mirano
allo stesso tempo a migliorare gli indici economici; affrontare la povertà,
l'insicurezza alimentare e la disoccupazione; mitigare gli impatti climatici e
ambientali dell'alimentazione e dell'agricoltura; ridurre il loro impatto ambientale
e aumentare il loro adattamento e resilienza ai cambiamenti climatici.
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